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giovedì 23 febbraio 2017

Ahooga

Amici pieghevoli di Milano Folding Bikers,
abbiamo provato per voi questa poco nota bici pieghevole a pedalata assistita di costruzione belga.
Spieghiamo subito l’origine del nome, che è la trascrizione onomatopeica del suono dei clacson delle vecchie auto degli anni venti, inteso (come nei fumetti) come espressione di meraviglia da parte di chi vede questa bici.

IL TELAIO
Telaio di alluminio con piega solo sul carro posteriore (stile Brompton) e ruota anteriore sganciabile, cambio a 7 velocità, motore nel mozzo posteriore, massa decisamente contenuta e tante soluzioni originali sono le sue caratteristiche principali.

Ahooga
Nella vista laterale spiccano il telaio a diamante con la batteria posta davanti al tubo verticale e l’originale parafango posteriore di cui parleremo dopo.
Non vi è predisposizione per una staffa di carico anteriore (KlickFix o simili) né per il portaborraccia: per quest’ultimo occorrerà pensare a un attacco a fascetta sul trave orizzontale del telaio (o sul piantone di sterzo), non essendo utilizzabili le classiche posizioni sulla culla inferiore, che deve restare libera per la piega del carro posteriore, né sul tubo verticale sotto la sella, dove lo spazio è occupato dalla batteria (nella versione elettrica).
I colori base sono il bianco e il nero: a richiesta con sovrapprezzo è possibile ottenere oltre 215 colori diversi (tutte le tinte della gamma RAL più alcune altre predefinite) oppure con sovrapprezzo maggiore un’elegantissima finitura in alluminio spazzolato.


IL MANUBRIO
Il manubrio dritto, largo 55 cm (21”) e del diametro di 22,3 mm alle manopole, è montato su un piantone regolabile in altezza che permette di trovare agevolmente il proprio assetto ideale, più o meno sportivo secondo le occasioni e la statura del proprietario (la casa indica un’altezza massima di 1,85 m e un peso di 105 kg). 
Può essere sbloccato con la leva a eccentrico sul piantone e ruotato per regolare la posizione ideale delle leve dei freni e per compattare la larghezza della bici piegata.

Sotto la manopola destra si trovano le levette del selettore del cambio Shimano Acera Rapidfire Plus con l’indicatore della marcia inserita.
Come si può vedere nella foto, la parte di tubo telescopico estratta è piuttosto corta, il che, insieme al piantone piuttosto lungo, contribuisce a infondere una gradevole sensazione di rigidezza. Infatti solo nelle frenate più decise si può avvertire una leggerissima flessione.

Accanto alla manopola sinistra, invece, c’è l’indicatore del livello di assistenza impostato (da 0 = nessuna assistenza a 5 = assistenza massima), che si regola con i pulsanti + e - visibili in basso.


La cerniera alla base del piantone ha un aspetto solido e per aprirla va sbloccata agendo su un pulsantino con richiamo a molla, cromato come pure la leva stessa. Alla chiusura la sicura scatta automaticamente.



IL SISTEMA FRENANTE
I freni sono di tipo caliper, di dimensioni molto compatte rispetto ai V-brake; l’anteriore è in posizione tradizionale...

..., mentre il posteriore è collocato orizzontalmente sopra la capriata inferiore del carro ribaltabile; in questo modo durante il ribaltamento del carro rimane in posizione protetta e non costringe il cavo a eccessive contorsioni. 
Nella foto si nota anche il diverso andamento dei tubi del telaio: diritti quelli della capriata superiore, sagomati  quelli inferiori che corrono paralleli fino all’altezza del cerchione per poi divaricarsi verso il mozzo.


LE RUOTE
Le ruote sono da 20”, con cerchi d’alluminio con finitura nera opaca, l’anteriore a 28 raggi, il posteriore a 32 raggi. 

Ahooga

La ruota anteriore ha un doppio sgancio rapido, necessario per la piega e per il trasporto a bici piegata. Di serie sono montati pneumatici Schwalbe Kojak da 20x1,35; in alternativa (con sovrapprezzo) sono disponibili le Schwalbe Marathon Plus.



LA TRASMISSIONE
La corona singola da 52 denti e i pignoni da 11 a 28 denti determinano uno sviluppo metrico (distanza percorsa dalla bicicletta con un giro di pedivella) che va da:

2,8 m , con il rapporto più corto
7,1 m , con il rapporto più lungo


Il deragliatore è uno Shimano Acera, davanti al quale si riconosce la staffa per l’ancoraggio della ruota anteriore una volta smontata per il trasporto.



LA SELLA
La sella montata è quella “Sporty” di serie, che si è rivelata comunque molto comoda fin dal primo approccio; in alternativa è disponibile con un piccolo sovrapprezzo una sella più larga, definita “Comfy”


La vista inferiore mostra la clip di fissaggio e i binari della sella con impressa la scala graduata per la regolazione di precisione


Il tubo reggisella da 32 mm di diametro invece non ha la scala graduata per la regolazione di precisione dell’altezza.



GLI SNODI
Due viste dello snodo del piantone, che ne determina l’abbattimento su lato sinistro della bici.



Il carro posteriore è incernierato in basso per ribaltarsi sotto il telaio principale, esattamente come avviene con la nota bici pieghevole Brompton. 
L’aggancio al tubo verticale avviene semplicemente a pressione: il tampone di elastomero che si vede sotto le rotelle ha un foro nel quale si va a impegnare una sporgenza a forma di fungo sulla battuta del telaio. Per agganciare e sganciare basta un colpetto secco, senza agire su alcuna leva di sicurezza come avviene invece su Brompton.
L’effetto ammortizzante si avverte, senza però essere troppo morbido, almeno per persone di corporatura media 



I PEDALI
I pedali sono pieghevoli e dotati di catarifrangenti, con sblocco tirando verso l’esterno l’apposita asola interna.




LA BATTERIA
La batteria a ioni di litio da 24 V e 4,4 Ah (106 Wh) ha dimensioni paragonabili a una borraccia (205 mm di lunghezza e 65 di diametro) ed è molto leggera.


Nella parte inferiore si trova la spina quadripolare di collegamento, con ghiera di fissaggio a vite.


Superiormente invece spiccano il pulsante rosso di accensione, i quattro LED indicatori dello stato di carica e il coperchietto di gomma per la presa di ricarica.


La comodità di poter ricaricare la batteria lasciandola in opera sulla bici è particolarmente apprezzabile perché il rimontaggio non è particolarmente agevole: dopo aver fissato il cavo, occorre piegarlo e infilarlo nel foro circolare della piastra di rinforzo del telaio per poter inserire la batteria nel suo supporto; data la robusta sezione del cavo, non è detto che l’operazione riesca al primo colpo.


Una volta inserita nella sua base d’appoggio, la batteria viene fissata in alto da una cinghietta di gomma e rimane in posizione protetta e baricentrica rispetto alla bici.


Uno sguardo al piccolo motore elettrico da 250 W nel mozzo posteriore.



I PARAFANGHI PIEGHEVOLI
I parafanghi della Ahooga sono un’altra delle sue particolarità: in pratica sono due strisce di gomma che vengono estese  in posizione di lavoro e si arrotolano su sé stesse in posizione di riposo. 
Ecco come si presenta quello posteriore, che rimane molto staccato dalla ruota, un po’ come un ass-saver. 

Questa soluzione, dettata dal fatto che la bici piegata appoggia sulla parte superiore della ruota posteriore, non protegge però la zona centrale del telaio, la batteria e il freno; non dovrebbe però essere difficile integrarlo con un piccolo parafango fisso aderente alla ruota posto all’interno della capriata del carro posteriore, se non addirittura un parafango come quello della Brompton, anche se in questo caso al prezzo di un certo appesantimento della bici, visto che il pezzo dovrebbe necessariamente garantire una buona resistenza meccanica.


Il parafango anteriore è molto più discreto e probabilmente anche più efficace (non abbiamo potuto testare la bici con la pioggia): in posizione di lavoro si appoggia sui tubi della doppia culla inferiore del telaio, mentre da arrotolato quasi scompare nel triangolo anteriore del telaio.




IL SISTEMA DI PIEGATURA
Ecco la sequenza di piega della Ahooga:

Si smonta la ruota anteriore agendo sui due sganci rapidi ed eventualmente aprendo il freno anteriore (l’apertura massima della ganascia del freno dovrebbe essere il principale ostacolo al montaggio di pneumatici di sezione maggiore)


Dopo aver sganciato il tampone di gomma si ribalta il carro posteriore sollevando la bici per la sella


La ruota posteriore trova posto fra i due tubi della culla inferiore del telaio. 
Si abbassa il tubo reggisella, che – come sulla Brompton – ha la funzione di bloccare il carro posteriore, e si abbatte il piantone del manubrio, per il quale non è previsto nessun aggancio in posizione chiusa.

Finito? Uhm, non manca nulla? Ah, già, la ruota anteriore! 
Per il suo trasporto c’è una staffa fissata al braccio destro del forcellone posteriore...


... dove la ruota viene fissata mediante gli sganci rapidi, in una posizione che protegge gli organi della trasmissione.
Come abbiamo scoperto dopo aver scattato questa foto, non è necessario infilare le dita fra ruote e catena, con il rischio di sporcarsi la mano o la manica: basta chiudere per primo il più piccolo dei due sganci rapidi, agganciarlo alla staffa premendo sullo sgancio opposto e poi serrare anche quest’ultimo (e viceversa per la manovra contraria).


Ecco come si presenta la bici da chiusa.


Le dimensioni da chiusa dichiarate sono 85x74x30 cm (in realtà la larghezza è di 34 cm e qualche spicciolo).
La lunghezza da aperta 153 cm, il passo 105 cm

Ed ecco la foto che tutti stavate aspettando…



TRASPORTO PASSIVO
Una volta chiusa, la Ahooga appoggia sulla ruota posteriore e su queste due rotelle ausiliarie



La buona stabilità conferita dalle rotelline permette di trascinare la bici senza il rischio che si ribalti. La presa per lo snodo del piantone invece non risulta comodissima.


Se si vuole evitare lo sgancio e riaggancio della ruota anteriore, per esempio per prendere un treno al volo, la si può anche lasciare montata, basta sterzarla leggermente per non interferire con la ruota posteriore: naturalmente in questo caso la lunghezza aumenta fino a circa 110 cm, misura che peraltro consente ancora il trasporto gratuito sulla maggior parte dei mezzi pubblici



MODALITA'  PARCHEGGIO
La Ahooga è priva di cavalletto.
Nella "modalità parcheggio" manterrà allora l'equilibrio poggiando sulle due rotelline per il trasporto passivo dopo aver ribaltato il carro posteriore, esattamente come avviene con la Brompton.



Poiché non c’è un tendicatena specifico, la cui funzione viene svolta dal deragliatore, quando si parcheggia la Ahooga con il cambio sul rapporto più lungo, la catena può rimanere visibilmente lasca, ma senza nessun rischio di caduta.
Dal lato pignoni per tenerla in posizione basta il deragliatore.


Dal lato corona invece è stato molto opportunamente previsto un doppio disco paracorona, che ha anche il vantaggio di proteggere corona e catena da accidentali urti sull’asfalto, per esempio durante lo smontaggio della ruota anteriore.



PROVA SU STRADA
Una volta in sella, la Ahooga rivela la sua indole abbastanza sportiva che già il suo aspetto faceva presagire: la posizione naturale e la rigidità del telaio invogliano allo scatto e a qualche fuorisella. La guida è precisa e agile, ma non è consigliabile tentare anche il “senza mani”. 
Poiché la Ahooga è disponibile sia in versione elettrica che muscolare, l’abbiamo provata anche con l’assistenza disinserita. In queste condizioni, benché gravata dalla massa di motore e batteria, grazie anche alla scorrevolezza delle Kojak la bici accelera bene, al punto che inizialmente si ha addirittura l’impressione (erronea) di una rapportatura leggermente corta; il motore non oppone una resistenza avvertibile e la bici ha comunque una massa estremamente contenuta (il costruttore dichiara 13 kg con la batteria montata e il valore ci è sembrato pienamente attendibile), addirittura competitiva con qualche normale 20”. C’è da chiedersi come debba essere leggera e scattante la versione muscolare “pura”, per la quale il costruttore dichiara solo 10 kg.
Con l’assistenza elettrica inserita le cose cambiano, soprattutto in salita: in un test estemporaneo improvvisato sulla rampa di un garage, con l’assistenza al minimo si riesce a salire già con un rapporto intermedio, mentre già con l’assistenza al valore intermedio (3 su 5) si sale agevolmente anche in settima! 
In piano, invece, si arriva presto ai 25 km/h, dove il motore si disinserisce, tuttavia la spinta ausiliaria si apprezza soprattutto ai semafori, permettendo di partire spediti anche se ci si è dimenticati di scalare le marce prima di fermarsi. 
Unica particolarità a cui occorre abituarsi, un leggero ritardo del motore a “entrare” (quasi mezzo giro di pedali) e a “staccare” quando si smette di pedalare.
Questo dipende dall’elettronica di controllo, che si basa su un sensore di movimento anziché su un più raffinato sensore di coppia come sulle mountain-bike a motore centrale; per lo stesso motivo è possibile ingannare il sensore con la cosiddetta “pedalata simbolica”: a bici in movimento col motore in azione, se si continua a pedalare anche senza produrre un’effettiva spinta sui pedali, il motore continua a spingere come se si stesse pedalando sul serio.

Non abbiamo potuto valutare l’autonomia, che il costruttore dichiara non inferiore a 50 km.

Qui uno dei video promozionali Ahooga in cui, tra le altre cose, potete vedere i colori disponibili. Davvero molto azzeccati.



CONCLUSIONI
Questa bici, che potremmo definire come un incrocio fra una minivelo e una Brompton, si rivolge più a chi ha qualche velleità sportiva che al pendolare intermodale. 
La sua grande leggerezza fa superare ogni timore di ritrovarsi un giorno lontani da casa con la batteria scarica.
La sua linea originale e grintosa non passa sicuramente inosservata.
Il telaio senza cerniera centrale promette una grande robustezza anche in caso di guida un po’ “alla garibaldina” su pavimentazioni molto sconnesse e qualche scalino. 
Un ringraziamento va agli amici del negozio "La stazione delle Biciclette" che ci hanno dato in prova la Ahooga per il test.

Link al sito Ahooga: http://shop.ahooga.bike/

I due folding bikers che hanno testato la Ahooga.


review by: Vittorio              photographer: Peo              assistants ph. : Vittorio & MKS pedal

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